Aumento del rischio sanitario dalla diffusione del Calabrone orientale in F.V.G.

NOTA DELLA REGIONE F.V.G.

Il Calabrone orientale (Vespa orientalis) può rappresentare un problema per la salute pubblica, dal momento che questi imenotteri aggressivi sono in grado di infliggere punture e morsi multipli e dolorosi alle persone ed anche agli animali.
Il loro areale di distribuzione comprende porzioni dell'Europa meridionale, dell'Asia sudoccidentale, dell'Africa nordorientale e del Madagascar. Dal 2019 questa specie sta espandendo il suo areale al nord Italia e nel corso degli ultimi anni è stata segnalata a Trieste ed anche a Genova. La regina dopo aver svernato inizia la costruzione in tarda primavera di un nido primario di piccole dimensioni con pochi individui. In seguito alla crescita numerica della colonia, i calabroni orientali durante l’estate costruiscono un nido più grande definito secondario che può contare dai 600 ai 900 individui. Questo imenottero è ben adattato a vivere anche in ambito urbano poiché la sua dieta è composta in parte da rifiuti di origine alimentare che cerca attivamente entrando nelle case o perlustrando in prossimità di esse.

Dal mese di luglio 2021 stiamo osservando una crescita esponenziale del numero di individui e di nidi di questo calabrone nella Regione Friuli Venezia Giulia con particolare riferimento alla città di Trieste ed all’area costiera che si estende da Muggia a Sistiana, con alcuni recenti avvistamenti anche sull’altipiano carsico. Sempre dal mese di agosto 2021 il calabrone orientale ha iniziato ad attaccare attivamente alcuni alveari posizionati nelle zone di Barcola e Cologna a Trieste catturando ed uccidendo le api. Il calabrone orientale ha un ciclo biologico ritardato di circa due mesi rispetto al calabrone europeo e pertanto, se non farà troppo freddo, il picco di crescita numerica delle colonie presenti nel nostro territorio è atteso per i mesi di settembre ed ottobre. Pertanto, si segnala per opportuna conoscenza che i rischi sanitari per l’uomo causati dal Calabrone orientale nei prossimi due mesi saranno più elevati rispetto agli altri mesi dell’anno. I rischi sanitari per l’uomo sono di due tipi:

  • Rischio diretto da puntura: secondo numerosi autori, la puntura è molto dolorosa, numerose punture hanno effetti epatotossici, emolitici oltre che anafilattici, 5-10 punture possano essere fatali al pari di quanto accade per altri calabroni “esotici” come ad esempio la Vespa velutina (ovvero il calabrone asiatico attualmente ancora non presente in Friuli Venezia Giulia). Un calabrone può pungere più volte, la quantità di veleno iniettato dalla regina di calabrone, che a differenza delle api conduce una vita libera in ambiente esterno, è pari a varie volte la quantità di veleno inoculato dalle operaie, inoltre possono orientare il pungiglione anche di lato;
  • Rischio indiretto da contaminazione microbiologica della catena alimentare umana e degli alveari: il calabrone orientale si nutre anche di carcasse di animali morti, rifiuti e materiali organici in decomposizione e pertanto può trasportare dei microrganismi patogeni all’interno della catena alimentare umana (posandosi sui tavoli dei bar o dei ristoranti, sugli alimenti, etc.) oppure contaminare il miele e gli alveari sui quali si posa per catturare le api. Questo rischio sanitario per l’uomo è noto sin dal 1920, periodo in cui un medico inglese che lavorava a Bagdad si accorse che i calabroni orientali si alimentavano di carcasse nel macello della città per poi spostarsi sugli alveari e sui tavoli dei ristoranti. A tal proposito, di recente è stata fatta una prima indagine esplorativa sull’eventuale contaminazione della catena alimentare umana da parte di questo vettore eseguendo una batteria di test presso il laboratorio di Analisi ASUGI diretto dal Dr. Maurizio Ruscio, su alcuni esemplari catturati di recente (foto sotto).

La prevenzione del rischio sanitario causato da questa nuova specie di imenottero inizia dalla sua identificazione. Pertanto, si riportano qui di seguito alcune indicazioni utili per un riconoscimento differenziale di Calabrone orientale:

  • È uno dei pochi animali se non l’unico ad utilizzare anche l’energia solare per volare (il suo corpo funge da pannello solare), pertanto la sua attività è massima tra le 11 e le 15 del pomeriggio, a seconda della maggiore o minore irradiazione solare;
  • Visivamente, quando vola è veloce ma facilmente riconoscibile, poiché si vede una scia marrone ocra scuro con una banda gialla molto evidente;
  • Vola anche con le zampe aperte;
  • Frequenta con assiduità le aree urbane dove sono presenti rifiuti come ad esempio i cestini delle immondizie oppure le isole ecologiche;
  • Si posa sui tavoli di bar e ristoranti attratto dagli avanzi di cibo;
  • Frequenta terrazze e corti interne degli edifici venendo attratto dai sacchetti delle immondizie stoccati temporaneamente all’aperto in attesa di essere smaltiti;
  • Si alimenta dalle ciotole del cibo di cani e gatti ed è attratto anche dal mangime secco e dalle crocchette per cani e gatti;
  • Si avvicina e si posa sulle arnie, spesso catturando le api direttamente all’ingresso delle medesime, oppure utilizzando la strategia di farsi seguire dalle api di guardia all’alveare per poi catturarle in volo. A differenza del calabrone asiatico (Vespa velutina) il calabrone orientale (Vespa orientalis) di solito non sta fermo in volo stazionario davanti all’alveare ma vola attorno alle arnie per poi posarsi su di esse.

A differenza del calabrone europeo, il calabrone orientale nidifica anche nel terreno e pertanto potrebbe rappresentare un rischio anche per gli operatori che lavorano in agricoltura, in ambito boschivo, pulizia strade, etc

Si riportano qui di seguito alcune immagini utili per un riconoscimento differenziale rispetto al calabrone europeo:

 

 

Ulteriori immagini e filmati sono disponibili al seguente indirizzo web:
https://www.biocrime.org/calabrone-orientale-vespa-orientalis